sabato 1 giugno 2013

Non mi adatto...



No non mi adatto e non mi sento in colpa per questo…

Forse è questa età che ogni giorno mi ricorda il suo inesorabile “nuovo giorno” senza aver risolto o forse è solo la paura di non essere più in tempo. Forse è questo stupido senso di appagamento o semplicemente un modo per tentare di giustificare tante cose che giustificazione non ne hanno affatto….

A volte bisognerebbe avere il coraggio di ammetterlo…siamo fatti cosi e basta.

I miei errori non si cancellano né si sbiadiscono. Sono ancora troppo nitidi nella mia memoria per riuscire ad assolvermi e passare oltre e tutto questo si trasforma in paura…

Si ho paura… paura per troppe cose che fino a ieri nemmeno consideravo e questo nuovo sentimento non combacia con quello che pensavo di me.

 Ci vuole tanto coraggio per ammettere di avere paura e non è un contro senso. Paura di restare solo, paura di avere qualcosa che proprio non va. Paura di ricadere negli stessi errori e tornare ad allontanare qualcuno che si era avvicinato … chissà perché questa vita funziona cosi. Questa vita dove sembra che tutto vale, questa vita dove tutto quello che non è successo in un milione di anni ti succede in un secondo. Questa vita dove continuo a giurare che il caso non esiste quando tutte le cose più stravolgenti sembra che accadano proprio per caso…. Ma non era già tutto scritto?

Molti dicono che si puo’ sempre cambiare ma io non riesco proprio ad individuare il modo.

Ho dipinto un quadro dentro di me quando ancora non avevo ben capito come funzionava. Un quadro pieno di colori bellissimi, di pensieri delicati e buoni propositi. Un quadro dove ci sono lui e lei che si tengono per mano. Una vita trascorsa insieme e ora, anche se vecchi e malandati sono ancora li, che passeggiano uno vicino all’altra. Intorno a loro tutti i colori delle mille stagioni vissute insieme, i volti delle persone conosciute e perse per strada. La malinconia di essere arrivati al traguardo di una vita ma la consapevolezza di quanto sia importante il fatto di arrivare insieme a questo traguardo….

Oggi nessuno saprebbe apprezzare questo quadro ma lo capisco anche. È cambiato tutto ma se li senti parlare vorrebbero tornare tutti ai vecchi tempi. Quando era tutto più semplice, quando era tutto molto meno Social Network

Troppi schermi portano a troppe paure.

La coppia è come una pianta delicatissima che va accudita tutti i giorni con piccole gocce di cuore e non qualcosa che deve stare in piedi per conto suo. Ma dov’è finita questa vecchia storia di “ho bisogno di te”?

La coppia non è qualcosa che si infila nei ritagli di tempo, l’amore non funziona cosi. Sentirsi indispensabile, non vedere l’ora di tornare a casa per poterla vedere e stringerla e odorarla e… trovare nuovamente la pace dopo una giornata di continue preoccupazioni…. Ma dov’è finito tutto questo?

Sembra come se non ci fosse più tempo per i nostri cuori. Ma quando capiremo che domani potrebbe essere troppo tardi?

Il tempo non si ferma ad aspettare le nostre indecisioni e anche se avere paura è lecito,  mascherarsi dietro questa falsa disillusione non porta assolutamente a niente

Siamo troppo propensi a chiedere che a dare e ascoltarci non va più di moda

Si è la verità io non ci credo più anche se ogni minuto mi dico il contrario. So bene quanto sia complicato ma conosco altrettanto bene il mio valore come essere umano e soprattutto come uomo. Conosco le mie debolezze e i miei punti vulnerabili ma giuro, il mio cuore batte ancora i rintocchi giusti delle mie emozioni senza falsità e finti perbenismi. Sono stato cattivo anche io ed ho fatto del male, come tutti ma com’è anche normale che accada. Non si può “azzeccare” tutto nella vita e va assolutamente preso anche il buono oltre che al cattivo.

Sono triste e piango e non me ne vergogno più.  Ma non per un amore perduto, non perché mi manca da morire, non perché abbia capito che non c’è altra via per il mio stare bene che starle lontano per sempre. Io piango perché ho paura di non amare più quando è l’unica cosa di cui ho bisogno. Sentirmi anche io un po’ accudito, sentirmi anche io un po’ protetto e coccolato. Qualcuno che mi dica “stai tranquillo” puoi chiudere gli occhi e riposare, ci sono io qui vicino a te.

Forse essere “rari” significa oggi essere “scomodi”?


1 commento:

  1. E' già tutto scritto? Bè, sinceramente io non lo penso proprio. Io credo che scriviamo noi la nostra storia, decidiamo noi il nostro destino, ogni minuto che passa, ogni istante che passa, da quando siamo al mondo... siamo sempre una continua interazione con la realtà che abbiamo attorno, ed è solo questa "interazione" ad essere la nostra storia, la nostra evoluzione umana (o involuzione..)
    Succede spesso che per le troppe sofferenze accumulate (e conseguenti troppe paure generate, a torto o a ragione che sia) si scelga di non interagire più col nostro intorno, o quantomeno si scelga di farlo parzialmente, limitatamente...indossando maschere o frapponendo schermi, che mentono o distorcono....
    ma quel "limitatamente", che non è la realtà umana, (perchè la verità umana è che "siamo" per esserci sempre, completamente, realmente,sinceramente,semplicemente..), non è verò Marco che "non porta assolutamente a niente"...purtroppo porta a negarci quella possibilità di "essere", umanamente parlando, e quindi porta a lederci ed involvere,umanamente parlando... rinunciamo ad una possibilità di "crescere" per ricevere in cambio solo altra paura, altra sofferenza, altra rabbia ed aggressività... ci allontaniamo sempre di più da ciò di cui invece abbiamo un bisogno "vitale"...
    Secondo me hai ragione, i "rari" sono "scomodi", ma non ora, da sempre... ma la scomodità è una reazione e può essere giusta o sbagliata, quello dipende solo dalla "tipologia" della "rarità"...
    Scusami Marco se mi sono permesso, ma in fondo questo è il senso di un blog pubblico...e poi a me, se avessi un blog, piacrebbe ricevere "interazioni"...
    Ciao, buona fortuna, Luca

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