No non mi adatto e non mi sento in colpa per questo…
Forse è questa età che ogni giorno mi ricorda il suo inesorabile
“nuovo giorno” senza aver risolto o forse è solo la paura di non essere più in
tempo. Forse è questo stupido senso di appagamento o semplicemente un modo per
tentare di giustificare tante cose che giustificazione non ne hanno affatto….
A volte bisognerebbe avere il coraggio di ammetterlo…siamo fatti
cosi e basta.
I miei errori non si cancellano né si sbiadiscono. Sono ancora
troppo nitidi nella mia memoria per riuscire ad assolvermi e passare oltre e
tutto questo si trasforma in paura…
Si ho paura… paura per troppe cose che fino a ieri nemmeno
consideravo e questo nuovo sentimento non combacia con quello che pensavo di
me.
Ci vuole tanto coraggio
per ammettere di avere paura e non è un contro senso. Paura di restare solo,
paura di avere qualcosa che proprio non va. Paura di ricadere negli stessi
errori e tornare ad allontanare qualcuno che si era avvicinato … chissà perché questa
vita funziona cosi. Questa vita dove sembra che tutto vale, questa vita dove
tutto quello che non è successo in un milione di anni ti succede in un secondo.
Questa vita dove continuo a giurare che il caso non esiste quando tutte le cose
più stravolgenti sembra che accadano proprio per caso…. Ma non era già tutto
scritto?
Molti dicono che si puo’ sempre cambiare ma io non riesco
proprio ad individuare il modo.
Ho dipinto un quadro dentro di me quando ancora non avevo ben
capito come funzionava. Un quadro pieno di colori bellissimi, di pensieri
delicati e buoni propositi. Un quadro dove ci sono lui e lei che si tengono per
mano. Una vita trascorsa insieme e ora, anche se vecchi e malandati sono ancora
li, che passeggiano uno vicino all’altra. Intorno a loro tutti i colori delle
mille stagioni vissute insieme, i volti delle persone conosciute e perse per
strada. La malinconia di essere arrivati al traguardo di una vita ma la
consapevolezza di quanto sia importante il fatto di arrivare insieme a questo
traguardo….
Oggi nessuno saprebbe apprezzare questo quadro ma lo capisco
anche. È cambiato tutto ma se li senti parlare vorrebbero tornare tutti ai
vecchi tempi. Quando era tutto più semplice, quando era tutto molto meno Social
Network
Troppi schermi portano a troppe paure.
La coppia è come una pianta delicatissima che va accudita tutti
i giorni con piccole gocce di cuore e non qualcosa che deve stare in piedi per
conto suo. Ma dov’è finita questa vecchia storia di “ho bisogno di te”?
La coppia non è qualcosa che si infila nei ritagli di tempo, l’amore
non funziona cosi. Sentirsi indispensabile, non vedere l’ora di tornare a casa
per poterla vedere e stringerla e odorarla e… trovare nuovamente la pace dopo
una giornata di continue preoccupazioni…. Ma dov’è finito tutto questo?
Sembra come se non ci fosse più tempo per i nostri cuori. Ma quando
capiremo che domani potrebbe essere troppo tardi?
Il tempo non si ferma ad aspettare le nostre indecisioni e anche
se avere paura è lecito, mascherarsi
dietro questa falsa disillusione non porta assolutamente a niente
Siamo troppo propensi a chiedere che a dare e ascoltarci non va
più di moda
Si è la verità io non ci credo più anche se ogni minuto mi dico
il contrario. So bene quanto sia complicato ma conosco altrettanto bene il mio
valore come essere umano e soprattutto come uomo. Conosco le mie debolezze e i
miei punti vulnerabili ma giuro, il mio cuore batte ancora i rintocchi giusti
delle mie emozioni senza falsità e finti perbenismi. Sono stato cattivo anche
io ed ho fatto del male, come tutti ma com’è anche normale che accada. Non si
può “azzeccare” tutto nella vita e va assolutamente preso anche il buono oltre
che al cattivo.
Sono triste e piango e non me ne vergogno più. Ma non per un amore perduto, non perché mi
manca da morire, non perché abbia capito che non c’è altra via per il mio stare
bene che starle lontano per sempre. Io piango perché ho paura di non amare più
quando è l’unica cosa di cui ho bisogno. Sentirmi anche io un po’ accudito,
sentirmi anche io un po’ protetto e coccolato. Qualcuno che mi dica “stai
tranquillo” puoi chiudere gli occhi e riposare, ci sono io qui vicino a te.
Forse essere “rari” significa oggi essere “scomodi”?
E' già tutto scritto? Bè, sinceramente io non lo penso proprio. Io credo che scriviamo noi la nostra storia, decidiamo noi il nostro destino, ogni minuto che passa, ogni istante che passa, da quando siamo al mondo... siamo sempre una continua interazione con la realtà che abbiamo attorno, ed è solo questa "interazione" ad essere la nostra storia, la nostra evoluzione umana (o involuzione..)
RispondiEliminaSuccede spesso che per le troppe sofferenze accumulate (e conseguenti troppe paure generate, a torto o a ragione che sia) si scelga di non interagire più col nostro intorno, o quantomeno si scelga di farlo parzialmente, limitatamente...indossando maschere o frapponendo schermi, che mentono o distorcono....
ma quel "limitatamente", che non è la realtà umana, (perchè la verità umana è che "siamo" per esserci sempre, completamente, realmente,sinceramente,semplicemente..), non è verò Marco che "non porta assolutamente a niente"...purtroppo porta a negarci quella possibilità di "essere", umanamente parlando, e quindi porta a lederci ed involvere,umanamente parlando... rinunciamo ad una possibilità di "crescere" per ricevere in cambio solo altra paura, altra sofferenza, altra rabbia ed aggressività... ci allontaniamo sempre di più da ciò di cui invece abbiamo un bisogno "vitale"...
Secondo me hai ragione, i "rari" sono "scomodi", ma non ora, da sempre... ma la scomodità è una reazione e può essere giusta o sbagliata, quello dipende solo dalla "tipologia" della "rarità"...
Scusami Marco se mi sono permesso, ma in fondo questo è il senso di un blog pubblico...e poi a me, se avessi un blog, piacrebbe ricevere "interazioni"...
Ciao, buona fortuna, Luca