PARLANDO
“AD” AMORE
……Alla
fine eccoti..…ma dove eri finito? Ma lo sai quanto tempo è che ti aspetto? Sembra
un’eternità……. Ma lo sapevo che prima o poi saresti tornato, quanto meno lo
speravo tanto. Lo speravo perché ho
sofferto la tua mancanza, perché avevo bisogno di parlarti…di chiederti alcune
cose che penso di aver capito ma delle quali non sono ancora del tutto
convinto.
È
stata un periodo molto vuoto senza di te sai? Lo so, me lo avevi detto ma, non
ho mai voluto crederti. Pensavo proprio che ci sarei riuscito lo stesso, anche
senza e, invece….la vita senza di te non ha molto senso. Il lavoro, gli amici,
gli hobby niente…. Non c’è proprio modo di compensare, di…. sostituirti.
È
come se ci fosse un vuoto, un ansia, un senso di non appartenenza, di non
possesso. Qualcosa che può essere riempito solo da te.
Lo
sai che hanno inventato anche le Chat per cercare di trovarti? Non sono male,
ma, secondo me, è un luogo dove la ricerca è molto poco organizzata. Tutti con
certi musi lunghi…cupi. Tutti che amano il mare, la montagna, che vogliono
chiarezza e sincerità. Sono talmente spaesati da essere convinti che tu sia il
principe azzurro o l’anima gemella!!!
Però
se ci pensi non ti sei comportato molto bene. Anzi direi che ne hai fatti proprio
tanti di casini, al punto che c’è da pensare se non sei anche tu un virus
batteriologico scappato al controllo di qualche super potenza. Dici di no? Ma
guarda le conseguenze, guarda che cosa hai combinato a tutti quei disgraziati che ti
hanno cosi tanto creduto, cercato, trovato.
Giulietta
e Romeo per dirne una, non potevi farla
svegliare un attimo prima che lui
bevesse quel dannato veleno? E perché Leopardi e Silvia? Voglio dire, non parlo
di arrivare al rapporto fisico, che a quell’uomo avrebbe comunque fatto tanto
tanto bene, ma un aperitivo, un caffè, cosa ci voleva a combinarlo?.
Per
non parlare di Dante e Beatrice, questi
dove me li metti? Nove anni a contemplarla senza un bacio, una carezza, cosi,
accontentandosi di vederla semplicemente camminare…..nemmeno sapeva se si
chiamasse veramente Beatrice…..secondo me
il sommo poeta, è arrivato all’uso delle droghe più impensabili pur di
dimenticare la sua amata. Dici che non è cosi? E come può un essere umano partorire
un opera cosi disumanamente bella senza un bell’aiuto farmacologico? Bah sarà
come dici tu….”farina” del suo sacco!
Non
è che a Petrarca sia poi andata tanto meglio. Voglio dire “….Infatti Laura, tanto per naturale onestà
d'animo quanto per segreta e superiore benevolenza verso il poeta, non gli cedette
(leggasi non gliel’ha data), Gli procurò,
invece, ma questa volta senza volere, un altro grandissimo beneficio… morì.
Quando Laura è in cielo il Petrarca la sente tutta sua, fuori da ogni pericolo,
Non più tentazioni sensuali, non più disappunti e gelosie, non più caduta e
peccato. Ora è soltanto del poeta e di Dio… ti sembra tutto normale?
Hai
costretto un Catullo “qualsiasi” ad innamorarsi di una certa Lesbia, che poi
non era Lesbia bensì Clodia, che però lui paragona a Saffo, ma Saffo non era
lesbica? Quindi non solo una dall’identità poco definita ma anche una decisamente
poco affidabile….era pure sposata!!
Intendo dire, quello è Catullo non uno qualsiasi, è uno carino delicato,
gracilino, ma si è innamorato e poi si è ammalato e alla fine….. è morto a
causa del “mal sottile”……ma quanti nomi hai usato nella tua storia? Non è che
per caso, tra i tanti hai usato, anche Zeus o Ra o Cristo? No perché, in tal
caso, mi si chiarirebbero tante altre
cosette in sospeso.
Ma
chi ha inventato il termine Amore Platonico? Pare un certo Marsilio Ficino ma
secondo me glielo hai consigliato tu, l’ennesimo dei tuoi deliri. “il modo in cui comunemente si definisce una
forma di amore sublimata, che esclude la dimensione sessuale e passionale”….dico
ma…. stiamo giocando? Platone parla nel Simposio di un certo Pòros
(intelligenza) e di una certa Pènia
(povertà e bisogno). Questo non ne voleva proprio sapere di “giacere” con
l’innamoratissima Pènia la quale però, anche allora le donne non si fermavano
davanti a nulla, approfitta
dell’ubriacatura di Pòros per “giacere” con lui…. Da questa “notte rubata”
nasce Eros, il più antico degli Dei, la
forza che fa andare avanti il mondo, che porta alla procreazione e alla
continuazione della razza umana….” Quindi fammi capire, amore come sublimazione
di un sentimento che non conosce materialismi, amore inteso come espressione filosofica e
astratta…. “è meglio non farlo” ma, in pratica, se succede, nasce qualcosa di
esageratamente incline all’amore stesso e non solo, ma costruttivo ai massimi
ai fini della continuazione della razza umana….. tutto molto chiaro non c’è che
dire.
E
perché Elena e Paride? Quel poveraccio di Priamo s’è giocato una città perché
l’innamoratissimo figlio non aveva capito quale delle due “troie” fosse veramente
casa sua!
E
non è che se giro la frittata le cose siano andate tanto meglio. Anche se lo
guardo dal lato della donna non posso certo dire che siano state rose e fiori…
vuoi qualche nome?
Penelope,
Didone, Eva Braun, Claretta Petacci, Cleopatra, Desdemona, madame
Butterfly……mamma mia quante.
Come
vedi, hai sempre combinato tanti casini. Mi sono chiesto in questo lungo tempo
di attesa se, alla fine, non fosse un
bene l’averti perduto. In effetti laddove si parla di te, si parla anche di
perdizione, dannazione, delusione, inganno, tragedia insomma… fa bene alla
fine? Ammettiamo che un attimo di dubbio possa esistere? Vogliamo proprio
condannarli tutti questi “amanti della solitudine”? Tutti questi che continuano
a dire “sto bene da solo” non c’avranno visto lungo alla fine?
Ma
è un dubbio che dura un attimo proprio perché, per motivi che non sono
facilmente comprensibili, non si riesce a vivere bene senza di te. La mente e
il cuore non andranno mai d’accordo …..
Con
trauma e sacrificio ho anche io superato Babbo Natale e anche la Befana. Anche io so che nessuno
mi bacerà per farmi diventare principe o per farmi sputare il pezzo di mela.
Questo mondo è pieno di gente come me, che ti conosce benissimo. Persone che ci
sono passate e che ora hanno paura, capisci? Paura perché quando tu arrivi ti
impadronisci di tutto. Ti metti davanti e ci “possiedi”, obbligandoci a vivere
per lei o per lui. Paura perché è rimasta come unica arma di difesa. Pensi che
ti scaccino perché “non trovano l’anima gemella”? No non è cosi, tutti quelli
che ci sono passati sanno perfettamente cosa vuol dire ammalarsi di te. Si
ricordano perfettamente di quanto hanno sofferto e, guardandosi in giro, non
trovano proprio tutto questo ottimismo in altri esempi.
E
hanno paura, proprio perché non c’è altro che possono fare se non avere paura
di te… si innamoreranno di nuovo nel modo più casuale del mondo, nessuna
tecnica, nessuna tattica, nel modo più diverso rispetto a quello che hanno
sempre pensato, quello che hanno voluto, tutto questo può mettere paura.
Perché
credere in te vuol dire essere pronti al sacrificio, essere pronti a soffrire.
Chiedi un prezzo altissimo a tutti coloro che si mettono alla tua ricerca e
ancora più alto a coloro che ti trovano.
Ma
alla fine vinci sempre tu. Perché sappiamo
quanto sia meglio cosi, quanto sia meglio dannarsi, disperarsi anche se per un
periodo che spesso è brevissimo. Un istante solo forse ma un istante che sarà
sempre dentro di noi a ricordarci quanto pur nei vortici, pur nella tempesta,
ci siamo sentiti “completi”.
E
allora ti rendi conto che Giulietta non doveva svegliarsi un attimo prima e che
Romeo doveva morire dal dolore per quella perdita. Solo cosi poteva diventare
una “storia d’amore”, la più bella di tutte le storie. Solo cosi Leopardi e Dante
e Petrarca e tutti quelli che hanno voluto parlare di te, hanno potuto spiegare
cosa vuol dire amare veramente anche a costo della loro vita.
Per
te si soffre, per te si può morire ma, è sicuro che con te a fianco si riesce a
dare il meglio di noi e, soprattutto, ci sente immensamente appagati.
Quante
notti ho passato a parlare con te, a chiederti perché accadeva, perché avevi
deciso di non volermi più. Quanti luoghi ho visitato cercandoti negli occhi
della gente, nei tramonti nelle lune piene, nei mari calmi della sera e in
tutte quelle cose che un po’ ti richiamano alla mente, nella continua speranza di vederti, di
scovarti in una parola, in uno sguardo. Tu eri li ma non volevi parlare con me,
forse pensavi che non fosse il mio turno o forse che non lo meritassi ma, ti
sei sempre sbagliato. Non mi hai permesso di
stringerti, non mi hai permesso di baciarti, di addormentarmi e di
svegliarmi con te vicino. In tutto
questo tempo ho potuto solo sognarti, desiderarti,
immaginarti, raccontarti di me.
Ma
non ho mai perso la speranza e, come vedi, eccoti qui. Aiutami ad alzarmi… sono
pronto per partire di nuovo però, prima, rispondi a questa domanda che mi
assilla da sempre… tu eri il serpente o la mela?